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Mio figlio, cinque anni e mezzo, mi ha chiesto di
insegnargli a giocare a scacchi.
Ne ho parlato con un’amica e lei mi ha detto che aveva
sentito che da qualche parte nel mondo gli scacchi erano diventati materia
scolastica.
Ovviamente io sono andata subito a fare le mie ricerche,
ho scoperto che effettivamente in alcune scuole spagnole il gioco degli scacchi
è diventato materia di studio, in via sperimentale.
Secondo gli esperti, infatti, gli scacchi sviluppano
l’intelligenza, allenano la mente e migliorano il rendimento degli studenti
fino al 17%, soprattutto in matematica e nella lettura.
Oltre a questo ci sono molti altri vantaggi a livello
pedagogico, aumentano le capacità mnemoniche e aiutano a prendere decisioni
sotto pressione sviluppando la concentrazione.
È riconosciuta come ottima “ginnastica mentale” e secondo
degli studi giocare a scacchi ritarderebbe l’invecchiamento cerebrale,
ritardando così malattie come l’Alzheimer.
Sempre secondo questi studi sarebbero un impiego proficuo
anche nel trattamento di bambini iperattivi, autistici, con sindrome di
Asperger, con sindrome di Down e anche nella riabilitazione dei
tossicodipendenti.
Io all’inizio ero molto scettica, pensavo che G. fosse
ancora troppo piccolo per un gioco così impegnativo, soprattutto a livello
mentale. Dopo le mie ricerche, invece, penso che il prima possibile gli
insegnerò a giocare a scacchi.
Dato che a settembre inizierà il primo anno alle scuole
elementari, penso che sviluppare la concentrazione potrà fargli solo che bene!
;)
Ora, tutti giocare a scacchi!!
A presto.
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